Nell'ultimo capitolo "La declamazione muta", ho trovato questa frase che mi pare particolarmente interessante per tutti coloro che si occupino della relazione tra parola e immagine, in terapia ma non solo. La riporto, pur consapevole che ogni estrapolazione si presta a difficoltà di interpretazione:
"Si può affermare che la volontà vuole l'immaginazione oppure che l'immaginazione immagina il volere, proprio nella volontà di parlare. Esiste una sintesi fra parola che comanda e parola che immagina. Attraverso la parola, l'immaginazione comanda e la volontà immagina".
Si può allora capire quanto possa essere importante affidarsi alle immagini, quando la parola cade.
Restando in ambito "aereo", aggiungo questo breve brano tratto dal primo libro dei Re (19,9a. 11-13a), che son sicuro Bachelard, e Nise, avebbero amato:
"In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l'Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: